Luca Maria Gambardella

08th Apr 2024, author: admin

In quale momento della tua vita hai saputo cosa avresti fatto da grande?
Domanda interessante perché mi fa tornare veramente indietro con gli anni.
Dopo il liceo, avevo intenzione di iscrivermi a ingegneria civile, ma un documento mancante mi ha impedito di farlo. Così, mi sono iscritto a Scienze dell’informazione, un campo allora poco definito e principalmente associato ai computer, considerando che parliamo degli anni ’80.
Ecco, quello è stato il momento chiave perché sarei potuto diventare un ingegnere e invece sono diventato un informatico e questa scelta ha segnato un cambiamento significativo nella mia storia lavorativa.

 

Come descriveresti la tua filosofia di vita?
Io soffro di vertigini, però mi piace camminare sulle corde sospese, perché mi dà una specie di senso di angoscia che però è stimolante. Penso di aver imparato negli anni ad attraversare queste corde senza guardare indietro e senza guardare giù, guardando solo verso gli obiettivi.
Sono naturalmente ottimista e non troppo razionale; preferisco adottare una filosofia di vita secondo cui, se le cose devono andare bene, accadrà perché esiste un flusso positivo che le orienta verso il meglio.

 

Chi sono le persone che ti hanno più ispirato nella vita e perché?
Angelo Dalle Molle, il cui nome è legato all’Istituto di cui sono membro (IDSIA), è stato una figura di grande ispirazione e visionarietà. Anche senza essere un tecnico di formazione, già negli anni ’80 parlava dell’uso dell’informatica per migliorare la qualità della vita.
Inoltre, ho avuto la fortuna di lavorare con molti colleghi eccezionalmente competenti e intelligenti, da cui ho sempre cercato di imparare e trarre ispirazione, preferendo circondarmi di persone da cui poter essere stimolato e motivato.

 

Quali vantaggi riconosci al ruolo di imprenditore?
Sto vivendo due distinte fasi imprenditoriali: inizialmente, con la mia startup, il valore era fortemente personale, concentrato su me stesso e i co-fondatori. Ora, con l’espansione a 30 dipendenti, avverto una crescente responsabilità sociale. Pur avendo sempre bilanciato i ruoli di imprenditore e professore, non mi sono mai dedicato esclusivamente all’impresa. Tuttavia, se all’inizio l’impresa mi dava principalmente soddisfazione personale, ora sto scoprendo e apprezzando anche il suo significativo impatto sociale, un aspetto che trovo estremamente gratificante e stimolante.

 

Quali gli svantaggi?
Svantaggi non ne vedo perché sono sempre stato attratto da progetti ambiziosi che comportano rischi e sfide. Nel mio percorso professionale, ho sempre mantenuto un equilibrio tra la solidità della scienza e della tecnologia e la predisposizione al rischio, all’esplorazione e alla sperimentazione. Considero l’imprenditorialità come un “grande progetto”: qualcosa da costruire, definire, valorizzare e sviluppare.

 

Che caratteristiche ha il tuo collaboratore ideale?
Il mio collaboratore ideale deve alzare la media del mio team. Non ho mai scelto persone che potessero abbassare il livello, prediligendo sempre individui più competenti, e se sono più bravi di me, ne sono ancora più felice. “Bravo” qui significa essere più intelligente, più esperto nel business, tra le altre qualità. È una filosofia che richiede comprensione: non si tratta di difendere una posizione, ma di assicurarsi che le persone assunte apportino sempre qualcosa in più, che ti sfidino. È in questo contesto che si diventa veramente solidi: quando si è in grado di gestire chi è più competente di te.
 

Se dovessi chiedere a chi ti conosce di descriverti con 3 vocaboli quali credi sceglierebbero?
Intuitivo, disordinato, efficace.

 

E tu come ti descrivi con 3 vocaboli?
Fortunato, intraprendente e tranquillo.

 

Hai delle passioni che coltivi o hai coltivato in passato?
Sono uno scrittore e un appassionato di pesca che ama anche assistere agli eventi sportivi dal vivo. Non mi nego nulla di ciò che mi piace fare al di fuori del lavoro, perché credo che sia essenziale. Il confine tra lavoro e vita privata è molto sottile e richiede attenzione: se non lo gestisci bene, finisci per trovarti in difficoltà.

 

Che suggerimenti daresti a chi volesse iniziare la strada dell’imprenditorialità?
Avviare un’impresa richiede coraggio e un pizzico di incoscienza, ma la sfida maggiore si presenta sul fronte finanziario. Capire come mantenere a galla l’attività nei primi tempi rappresenta l’ostacolo più arduo. In qualità di responsabile dello start-up center dell’USI, noto che non mancano le idee innovative, ma la vera prova per una nuova impresa è sopravvivere ai primi due anni. Pertanto, ritengo che sostenere questi giovani imprenditori in questa fase iniziale sia una missione fondamentale per la nostra Associazione.

 

Che contributo ti piacerebbe dare a ImprendiTi quale membro attivo?
Sono qui per assorbire nuove conoscenze dagli altri soci, essendo relativamente “giovane” nel panorama imprenditoriale. Aspiro a imparare e successivamente a contribuire, portando la mia esperienza unica: ho navigato sia nel mondo accademico che in quello imprenditoriale. Credo che il valore derivante dalla mia esperienza in questi due ambiti possa apportare un contributo significativo anche qui.

 

Cosa ti aspetti dai membri e dal comitato di ImprendiTi in futuro?
Mi auguro che questa associazione sia dinamica, stimolante e vivace; un ambiente dove si possa liberamente confrontarsi e discutere di tematiche relative al mondo del lavoro, dell’imprenditorialità e delle dinamiche del Cantone.
Per me, è fondamentale che questo luogo contribuisca alla crescita economica del Ticino, che rappresenta il pilastro su cui si basa la nostra missione.
Inoltre, credo che l’associazione debba avere un impatto positivo non solo per i lavoratori e le imprese, ma anche per i cittadini, svolgendo un ruolo attivo anche nel contesto politico.